Per chi lavora a vario titolo nel mondo dei giardini, si pone davanti agli occhi un’occasione unica ed irripetibile.
Oltre al fatto tecnico, abbiamo la possibilità di comunicare una certa idea di futuro, anche e forse soprattutto in ambienti urbani.
Se sono realistiche le proiezioni secondo le quali, entro il 2030, il 60-70% della popolazione mondiale sarà concentrata nelle città, il parlare di natura ai cittadini, diventa una priorità: possiamo dirci all’inizio di un cambiamento epocale perchè dalla gestione delle città dipenderà il futuro del mondo vivente.
Allora qual è il futuro che vogliamo suggerire? Portiamo avanti dei valori etici di rispetto della natura ( e l’uomo non è il centro, è uno dei centri), di bellezza, di relazioni con le arti, con la cultura. Siamo davanti alle nostre responsabilità ( respons-abilità : abilità di, capacità di rispondere) e lo vogliamo fare in modo divertente ( di-vertere, guardare in modo diverso).
Per tutto ciò, dobbiamo osare, rimettendo sotto la lente i processi e le abitudini, le procedure e le consuetudini.
Diventa prioritario un aggiornamento della nostra postura nel mondo, perché possiamo essere veicoli di transizione, favorendo questo assunto: mettiamo la natura al servizio del territorio e il territorio al servizio della natura.
Al mattino, partendo da un caso pratico, ci dedicheremo a capire la filosofia, le motivazioni e la genesi di un forest garden urbano. Nel pomeriggio percorreremo il vivaio alla ricerca delle doti di naturalità delle piante coltivate e di quelle spontanee.
Nasce a Milano il 5 gennaio 1964. Nel 1982 consegue il diploma di Agrotecnico. E’ iscritto al numero 99 dell’Albo Professionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati.
Nel 1999 è socio fondatore di Hortensia, studio con sede a Milano, dedicato all’attività di progettazionee realizzazione del verde. La sua percezione del verde è quella di un’architettura in continuo movimento.
Nell’iter professionale l’approccio al progetto diventa complesso e completo. Fondamentale è poter elaborare un progetto paesaggistico curandolo dalla prima stesura fino all’esecuzione, seguendone la direzione
dei lavori e la manutenzione, ove e quando possibile.
Nel 2015, nel costante percorso di ricerca, fonda Symphonia, dove la progettazione del Paesaggio trova un punto d’incontro con la Musica, nella forte convinzione che il valore dell’universalità costituisca un comune denominatore tra i due ambiti.
Fino ad oggi ha progettato giardini e terrazzi in Italia, Inghilterra, Albania, Francia, Grecia, Georgia, Azerbaijan, Russia, Ucraina e Cina. Nelle esperienze estere, ha interiorizzato i valori legati alla visione italiana dei progetti, dove le soluzioni tecniche si legano efficacemente alle
soluzioni estetiche, nel quadro di una generale reinterpretazione della cultura locale.